Il capolavoro verdiano per la quinta volta in scena la sera di Sant’Ambrogio
La Stagione 2023/2024 del Teatro alla Scala si apre giovedì 7 dicembre alle ore 18 con Don Carlo di Giuseppe Verdi nella versione realizzata dal compositore per la Scala nel 1884.
Opera complessa con un profondo legame con la Scala
Probabilmente la partitura più complessa, sicuramente la più sofferta tra quelle scritte dal compositore di Busseto, venne commissionata dall’Opéra National de Paris e lì andò in scena per la prima volta, in francese con il titolo Don Carlos, nel 1867.
Già durante le ultime prove Verdi fu costretto ad operare dei tagli: la versione originale in 5 atti più un balletto era troppo lunga ed alcuni brani vennero espunti prima del debutto che avvenne l’11 marzo.
L’opera successivamente subì parecchi rimaneggiamenti in occasione del debutto italiano (1868 alla Scala, con la traduzione del libretto in italiano, compreso il titolo che da Don Carlos divenne Don Carlo, anche se il nome del protagonista, Don Carlos, appunto, è spagnolo e non francese) e viennese (1882), che porteranno ad un’importante revisione che comportò l’eliminazione dell’intero primo atto.
Questa nuova versione debuttò al Teatro Alla Scala nel 1884 ed è tuttora la più eseguita sui palcoscenici internazionali, nonostante nel 1886 Verdi approntò una nuova versione in italiano che ripristinava il primo atto che andò in scena a Modena.
Partitura molto amata al Teatro Alla Scala, è stata presente in oltre 20 stagioni e già quattro volte ha aperto la stagione il 7 dicembre, rispettivamente nel 1968, 1977, 1992 e 2008, oltre ad aver inaugurato tra fine’800 e inizi ‘900 altrettante volte la “Stagione di Carnevale e Quaresima”.
Un cast di star internazionali
L’opera sarà diretta dal Direttore Musicale Riccardo Chailly sul podio dell’Orchestra del Teatro Alla Scala con un cast che schiera: Francesco Meli come Don Carlo, Anna Netrebko come Elisabetta di Valois, Michele Pertusi come Filippo II, Elīna Garanča come Principessa d’Eboli, Luca Salsi come Marchese di Posa e Ain Anger come Grande Inquisitore. Protagonista di non minore rilievo il Coro del Teatro alla Scala diretto da Alberto Malazzi. Le scene sono di Daniel Bianco, i costumi di Franca Squarciapino, le luci di Pascal Mérat, i video di Franc Aleu e la coreografia di Nuria Castejón.
Un’opera incentrata sul contrasto tra potere politico e religioso
Don Carlo torna al Teatro alla Scala in una grande produzione che rispecchia la doppia natura di dramma storico e manifesto romantico dell’originale schilleriano. Un impianto scenico unico si trasforma senza interrompere lo svolgimento dell’azione nei diversi spazi previsti dal libretto grazie alla spettacolare alternanza di colossali elementi scenografici.
Verdi propone i temi a lui cari della libertà dei sentimenti, della difficile relazione tra padri e figli e della liberazione dei popoli oppressi sullo sfondo del conflitto tra il potere temporale e quello religioso. Per rendere l’atmosfera sospesa tra ambiente ecclesiastico e secolare il regista Lluís Pasqual e lo scenografo Daniel Bianco hanno fatto riferimento all’uso dell’alabastro nelle finestre degli edifici religiosi ma anche civili.
Una grande torre di alabastro è inquadrata in un sistema di cancellate che anch’esse ricorrono nell’architettura religiosa quanto in quella civile. La scena permette di ritagliare nei grandi spazi del palcoscenico i numerosi momenti di intimità e di isolamento che punteggiano la tragedia.